Il giorno in cui in paradiso Gino Reguzzi si ritrovò ad avere un diavolo per capello
Carissimo Gino, buongiorno. Come va? “Ah! Mario, non me ne parlare; ho un diavolo per capello!” Come,…
Carissimo Gino, buongiorno. Come va? “Ah! Mario, non me ne parlare; ho un diavolo per capello!” Come, anche quassù ci sono i diavoli? Ma che ti è successo? “Non far finta di niente perché credo che anche tu la pensi come me!” Parli della Valli? “Certamente; ma non di quella che stanno facendo ogni anno in mia memoria di cui vado fiero e per la quale sono grato a quelli della Norelli. No, non di quella, ma di quell’altra, quella vera, quella di una volta. Vedi, se Bergamo e il suo Moto Club erano (e in parte lo sono ancora) la capitale dell’enduro (mi è scappato! Volevo dire “regolarità”) lo devono certo alla loro Valli e ai suoi famosissimi piloti del fuoristrada. Perché mai il Peri e il Maffettini hanno lavorato tanti anni? E i fratelli Reggiani e Bonfanti e Rota? E i piloti perché hanno inzuppato di sudore i loro “Barbour”? Perché, anche solo “finire” una Valli, era un grosso successo. La Valli dura, selettiva, “impossibile” era la classica internazionale che tutto il mondo fuoristradistico, sia pure con qualche brontolio, ci riconosceva come la “Regina”. L’anno scorso ho fatto un salto di gioia: arriva il Campionato del Mondo! Evviva, la “Valli” ritorna più bella e più arzilla di prima, circondata come sarà, dai colori dell’iride. Evviva, il mio vecchio multicolore “parco chiuso” assumerà un aspetto ancora più brillante perché sarà il “parco chiuso del Mondiale”. E da dove si partirà? Da Clusone o da San Pellegrino? Non ricominceranno le due vallate a litigare per avere il privilegio di “dare il via” al primo Mondiale della storia? Così mi misi pazientemente in attesa: passa un mese, ne passa un altro e nessuno si fa sentire né vedere. Ho guardato giù più volte, nessun Consonni o Dossena o Masserini stanno provando sterrati o mulattiere, nessun Bizioli o Rinaldi, cronometro alla mano, provano i C.O. Niente, tutto vuoto, tutto silenzio. Poi, all’improvviso un sussulto: ho sentito un caratteristico, caro, familiare, amato canto di “un due tempi”; ci siamo mi son detto, finalmente si sono svegliati. Ma subito una sorpresa non gradita: ma quella non è la Val Trompia? E quello che gira non è forse il mio caro amico Giovanni Collina? “Ehi! Giovanni, sei fuori dai “confini”, che stai facendo?”. Gino sto provando qualche controllo.”In provincia di Brescia? Certo! Non lo sai? Il Mondiale si fa a Lumezzane! “Mario, credimi, una mazzata! Che colpo! A 30 chilometri dai miei sterrati ci sarà la gara che più attendevo, la gara che, per me, vale cento “memorial” in mio ricordo e onore. Qualcuno mormora che sono i divieti prefettizi: ma, Bergamo non è in Lombardia come Brescia? E allora! Caro mio, io sono estremamente grato, come ho già detto, del ricordo di tutti gli anni ma tu non t’immagini quanto sarei più felice se invece di una “Valli” formato tessera, una volta, magari una sola volta ancora, mi facessero quella vera, quella per cui io ho lavorato tanti anni. Quella che ha fatto grandi tanti giovani, quella che ha fatto grande il nome di Bergamo nel mondo e quello del suo Moto Club. Non può finire tutto così. Sai che ho sentito dire che i bresciani hanno intenzione di ripristinare la “12 ore di Franciacorta”? Se anche questo avviene senza contropartita di una Valli, giuro che mi dimetto da… “ricordato emerito”. Adesso ti saluto. Devo, sia pure un po’ imbronciato, ricevere gli amici del “memorial”. In fin dei conti, loro, che colpe hanno? Ciao”.
Mario Tremaglia
Dall’opuscolo per il “7° Trofeo Gino Reguzzi – Valli Bergamasche Revival” Serina – 15 e 16 settembre 1990