Museo di Zschopau, i motociclisti che non l’hanno ancora scoperto saltino subito in sella con destinazione Sassonia…
Visitare per la prima volta un nuovo museo e restarne semplicemente affascinanti, anzi di più, incantati, può…
Visitare per la prima volta un nuovo museo e restarne semplicemente affascinanti, anzi di più, incantati, può spingere a fare almeno due cose: la prima, tornarci, per rivivere “l’incantesimo”; la seconda, spargere il più possibile la voce, per consentire anche ad altri di poter godere di un simile “spettacolo”. Tornare a visitare a Zschopau, in Sassonia, il bellissimo museo di moto realizzato nell’antico stabilimento dal quale a partire dagli anni 20 del secolo scorso uscirono prima moto Dkw e poi MZ (acronimo di Motorradwerk Zschopau ossia fabbrica di Motociclette Zschopau) è un appuntamento che Valter Giupponi, Enzo Paris, Marco Calvi e Dario Salvi, hanno immediatamente messo in calendario non appena rientrati dalla “spedizione “ della Scuderia Norelli in Germania per assistere e partecipare alla 22ª edizione della gara di Enduro Classic, il fuoristrada d’epoca, denominata “Giro intorno alla Città della MZ a Zschopau”, organizzata ogni anno nel mese di giugno, quest’anno sabato 22, con la partecipazione di 300 piloti selezionati tra quasi 500 domande d’iscrizione, provenienti da 13 nazioni, compresi gli Stati Uniti d’America: invitare l’intero popolo dei motociclisti italiani a raggiungere la Sassonia è una cosa che hanno invece immediatamente fatto, raccontando le meraviglie di quel museo. A voce, e in rete, attraverso questo articolo realizzato grazie a un “diario di viaggio” accuratamente tenuto da Enzo Paris, la “penna storica” della Norelli, autentico archivio vivente di quello che è stato ed è l’associazione bergamasca diventata famosa nel mondo per i successi ottenuti dai propri piloti sui percorsi di gara oltre che per aver fatto rivivere una leggenda dell’enduro: la Valli Bergamasche, attraverso un revival Internazionale che appena poche settimane fa a Selvino, ha fatto registrare l’ennesimo straordinario successo, con piloti arrivati da mezzo mondo e con un pubblico rimasto incantato di fronte a campionissimi del calibro di Stephane Peterhansel, alias “monsier Dakar”, vincitore di 14 edizioni corse fra le sabbie del deserto su due e quattro ruote. “Un pubblico incantato, quello accorso a Selvino, esattamente come incantati restano i visitatori del museo tedesco” assicura Enzo Paris che con gli amici della Norelli e un “componente dell’equipaggio” esterno, Enrico Giupponi, preziosissimo nel ruolo di pilota d’auto per giungere a destinazione (mentre il valore aggiunto fornito da Enzo Paris, oltre a quello d’inviato speciale” è stato quello di i traduttore) ha ancora impressa negli occhi “l’incredibile fascino della 22ª edizione della gara di Enduro Classic,”, ma soprattutto della visita al museo capace di “elevare all’ennesima potenza”, racconta Enzo Paris, “tutta l’antica tradizione motociclistica della città di Zschopau dove negli anni ’20 del novecento l’imprenditore danese Jørgen Skafte Rasmussen iniziò la produzione di motociclette con il marchio DKW, proseguita fino alla seconda guerra mondiale e nel dopoguerra sostituita dal nuovo marchio MZ. Moto costruite sempre nello stabilimento che occupa gran parte della superficie della città. E proprio sul piazzale del vecchio stabilimento, ormai in disuso e trasformato in un bellissimo museo di moto, era dislocata l’area Paddock per le assistenze in gara, mentre il parco chiuso e la partenza erano ubicate nel Castello Wildeck, nel cuore della città”, prosegue Enzo Paris tornando all’evento sportivo che ha portato la “squadra Norelli” in Sassonia. “Un appuntamento che ha coinvolto moltissimi abitanti a Zschopau e dintorni”, sottolinea “l’inviato speciale” della Norelli, “e che volontariamente hanno prestato il loro operato lungo i 50 chilometri del percorso ripetuto per 3 giri e le prove speciali cronometrate nel fuoristrada”. Un intero paese con una tradizione motociclistica che pochi altri possono vantare protagonista anche di una perfetta organizzazione della grande festa serale “a base di würstel e birra nella zona Paddock, con il ritrovo di tutte le squadre partecipanti alla manifestazione e un benvenuto particolare riservato a noi bergamaschi appena arrivati da parte della nostra amica e ospite Jaqueline Salevsky, figlia del compianto Werner grande campione MZ, vincitore ex equo col compagno di squadra Peter Uhlig alla Valli Bergamasche 1966. Una perfetta chiusura dopo una giornata che ha riservato “colpi da campioni”, conclude Enzo Paris, “con le acrobazie dei piloti lungo una bella prova speciale tracciata su prato in salita e discesa, con i riflettori puntati su uno spettacolare e funambolico Harald Sturm su MZ 500 cc, pilota già nostra vecchia conoscenza visto che è stato pilota ufficiale MZ e vincitore della Valli Bergamasche Revival del 2005 a Oltre il Colle”. Uno dei grandi protagonisti dell’evento, ruolo che avrebbe voluto recitare anche il pilota giallonero Marco Calvi, su KTM 125 cc, se un guasto tecnico non l’avesse costretto al ritiro, senza giungere al traguardo tagliato invece dal veterano Dario Salvi su Valenti 50 cc classificato 7° di classe. Pronti, a gara finita, a raggiungere il Paddock per ritrovare altri due piloti bergamaschi appartenenti ad altri Club: Luca D’Adda e Paolo Pumpel, supportati dall’esperto Remo Fattori, 10 volte laureato campione Italiano e per salutare l’amico Stefan Reihl, in gara su Simson, che ha allestito il tendone dell’assistenza con i colori giallo-nero e i loghi della Scuderia Norelli. “L’evento sportivo è stato l’occasione per rivedere anche tanti altri amici italiani ma anche stranieri ”, aggiunge Valter Giupponi: “come gli olandesi Angie e Lubert Lenselink, i tedeschi Corinna e Roger Geissler , senza dimenticare Eberhard Weber, pilota ufficiale Zündapp, oltre che per fare nuove conoscenze: con il ceco Radomir Stodůlka, nipote del grande Jiří”. Poi la lunga visita al fantastico “Deutsches Enduro Museum”, Museo Enduro Tedesco, guidati dal responsabile Otto Markus, “in un’atmosfera”, conclude Enzo Paris, “ da negozio di giocattoli con decine e decine di moto esposte, dalle diverse marche, con ricostruzioni di tratti di fuoristrada pietrosi e la gradita sorpresa della presenza di due striscioni della Scuderia Fulvio Norelli appesi ai muri, a conferma che siamo internazionali. Per finire con la visita nei vecchi locali della fabbrica MZ con i reparti di produzione dove sono esposti tutti i modelli dal 1952 al 1991, anno di cessazione dell’attività e chiusura, e con l’incontro con l’organizzatore della gara Norbert Vogler con cui abbiamo gettato le basi per una futura collaborazione”.