MindFit Clinic, la clinica guidata dal campione-psicologo pronto a far partire la “moto terapia”. Sicuro che risulterà vincente
Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi romani. Un motto che a distanza di secoli, e…
Mens sana in corpore sano, dicevano gli antichi romani. Un motto che a distanza di secoli, e in qualche caso di quasi due millenni, diverse società sportive hanno ripreso facendolo diventare parte del proprio nome per affermare che proprio l’attività sportiva è il miglior “allenamento” anche per ottenere il miglior equilibrio psicofisico. Massimo Masserini, che sicuramente più di moltissimi altri ha potuto sperimentare personalmente l’effetto terapeutico dello sport essendo, oltre che psicologo, anche ex sportivo professionista, vincitore nientemeno che di 3 mondiali di windsurf, questo motto l’ha “attualizzato” in MindFit Clinic nome che, spiega, ha scelto fin da subito per la propria clinica aperta nel 2017, partendo da un concetto basilare: “passare dalla massima di Giovenale, “mente sana in corpo sano”, a “Mente in Forma in Corpo in Forma”, nella consapevolezza che “fosse necessario e indispensabile pensare alla salute mentale ove ci fosse una messa in forma fisica”.
Forma fisica e salute mentale viaggiano su due binari paralleli
Perché, spiega Massimo Masserini, seduto alla scrivania del proprio studio di via 5 Alpini 4 a Bergamo (come Psicologo Formatore Olimpico riceve per particolari esigenze nelle sedi CONI in via Giovanni Battista Piranesi a Milano e in via Luigi Bazoli a Brescia) i due aspetti vanno di pari passo, anzi si devono perfettamente integrare. Il nostro compito è quello di spronare sempre i nostri pazienti a curare il proprio stato psichico ma anche fisico: praticare sport permette il naturale rilascio di quei neurotrasmettitori utili a stare bene, che regolano pensieri ed emozioni”. Concetto di base ineccepibile: poi, però, dalle parole occorre passare ai fatti….. “Il progetto è nato e cresciuto spontaneamente poiché nella mia attività di psicologo e psicoterapeuta che lavora in ambito privato ho cominciato a ricevere sempre più richieste e diversificate: è nata così la necessità di offrire ai pazienti uno spazio accogliente, una clinica “non medicalizzata” dove potessero usufruire non solo del servizio di supporto psicologico e psicoterapeutico, ma anche di ulteriori servizi con personale specializzato, volti a seguire il benessere globale della persona, personalizzando i percorsi come un vestito su misura di ogni soggetto.
Una squadra di psicologi tratta diverse patologie, dall’infanzia alla terza età
Oggi insieme con i colleghi psicologi che trattano varie patologie in tutte le età, dall’infanzia all’età geriatrica, abbiamo presenti in clinica figure nell’ambito della neurologia, psichiatria, nutrizione dietetica, osteopatia, preparazione atletica, mental coach ecc.”. Un ventaglio di opportunità terapeutiche offerte da una struttura “guidata” da uno “ psicologo clinico, psicoterapeuta Emdr, metodo utilizzato per trattare disturbi connessi a traumi e stress, pedagogista, psicologo dello sport, mental coach, ipnotista, sessuologo clinico e psicologo giuridico CTU, come si legge navigando sul sito di Massimo Masserini (clicca qui) formatosi professionalmente “all’Università degli Studi di Bergamo, dapprima ottenendo una laurea magistrale in psicologia clinica e in seguito decidendo di proseguire con una laurea magistrale in pedagogia. In seguito all’abilitazione alla professione mi sono poi formato come psicoterapeuta alla scuola di psicoterapia ipnotica AMISI di Milano, e di seguito a svariati master che hanno permesso di accrescere sempre di più le mie conoscenze. Il nostro è un ambito dove la formazione continua è davvero importante, nonché la ricerca in continuo sviluppo, in tal modo possiamo offrire i migliori strumenti d’intervento a chi si rivolge alla nostra clinica” . E tutto questo nella sua seconda vita”, visto che ce n’è stata una precedente in cui è stato moltissimo altro: concessionario di auto, imprenditore nel settore immobiliare, pilota motociclistico (erede di una famiglia di campionissimi)….
Chi meglio di uno psicologo che è stato anche campione sportivo può capire l’unione fra mente e corpo?
Rivelatesi esperienze utilissime, peraltro. “Le esperienze imprenditoriali e sportive del mio passato, mi hanno permesso sin da giovane di relazionarmi a diverse persone in diversi ambiti, il dialogo e soprattutto l’ascolto e la curiosità è qualcosa che ho sempre percepito come importante, nonostante di indole sia una persona riservata. In seguito alla chiusura della concessionaria di automobili nel 2000 per qualche anno ho potuto dedicarmi quasi interamente all’attività del windsurf come professionista raggiungendo ottimi risultati, potendo gareggiare in diversi posti del mondo. Probabilmente è arrivato un momento in cui è nato il desiderio di fare qualcosa solamente di mio, e con la libertà di scegliere ho concluso gli studi in psicologia, passione che già maturava da tempo. Ho creduto in questo progetto e l’ho perseguito con determinazione, non immaginando però che il riscontro sarebbe stato cosi positivo e cosi ricco di opportunità. Soddisfazioni non sono certo mancate neppure nella “prima vita”, vissuta da protagonista nei ruoli di pilota di enduro, velista, campione del mondo di windsurf…. In effetti ho avuto la fortuna di poter sperimentare più sport durante la mia vita, sempre a livello agonistico: mio papà Tullio non era molto contento che corressi in moto, per lui era troppo pericoloso, pensiero che ho condiviso. Così dopo l’esperienza giovanile come pilota di enduro, sono passato a ciò che mi ha dato più soddisfazione in assoluto: l’attività di windsurf dove nel 2006 ho vinto il mio primo campionato del mondo in Turchia, in quella che all’epoca era la mia categoria, master. Negli anni, sia per motivi lavorativi sia personali l’attività del windsurf si è ridotta lasciando spazio a quella che è la mia grande passione, ovvero la vela, che è possibile praticare sia d’estate sia d’inverno”.
La barca vela ha indicato la rotta terapeutica migliore da seguire …
Sport sul quale peraltro Massimo Masserini ha puntato in particolar modo come terapia. “Come e perchè? Semplice: per me la vela è la metafora della vita. Perché spinti solo dal vento che spira in una ben precisa direzione per arrivare a raggiungere una destinazione a volte è necessario affrontare condizioni avverse improvvise che ci possono far desistere, affaticare, soffrire. Talvolta dobbiamo cambiare rotta e rivedere il piano di navigazione, diventare resilienti. La metafora della barca a vela la uso spesso anche nelle mie induzioni ipnotiche perchè permette all’inconscio di far emergere quelle risorse che spesso le persone non sanno di possedere, al fine di far fronte alla proprie problematiche, paure, resistenze. In terapia è necessario che ogni persona si ponga delle mete, obiettivi che siano percorribili e raggiungibili (in questo aiuta lo sport, non solo visto come attivita fisica, ma anche e soprattutto attività agonistica per il proprio livello prestato). Sperimentare questo durante un colloquio clinico e poter mettere in “esposizione” pratica il paziente con l’attività velica vera e propria, consente di mettersi in gioco, sempre sotto supervisione, ripristinando quella fiducia in sé stesso e rafforzando il proprio “IO”. Praticare sport velici inoltra aiuta i soggetti a sviluppare capacita continue di problem solving” .
… e sull’onda dei successi dell’equipaggio MinfFit Clinic è nato anche un progetto “a due ruote”
E all’orizzonte c’è anche un progetto di cui ha cominciato a “parlare” con la federazione vela… “L’idea è quella di avvicinare sempre più persone al mondo della vela avendo potuto osservare in maniera tangibile il beneficio riscontrato dal mio gruppo di atleti: si è creato un gruppo affiatato dove persone che un paio di anni fa erano alle prime armi, hanno sviluppato una passione tale da prendere la patente nautica, fare il corso istruttori, organizzare attraversate nel Mediterraneo, partecipando nel frattempo alle regate del circuito sul Sebino o sul Garda (Centomiglia, Maac, Trans Benaco, Campionati Italiani). I membri del team MindFit Clinic che ormai conta 25 persone (e sarà a numero “chiuso” per soli 25 posti), sono concordi nell’affermare che da quando hanno intrapreso questa attività hanno notato notevoli miglioramenti sia del proprio stato psicofisico, sia della propria vita privata e professionale. La vela permette per qualche ora di allontanarti dai problemi quotidiani, libera la mente dai pesi e dalle sofferenze che si vivono, è faticosa ma ti lascia addosso una stanchezza piacevole, grazie al rilascio di endorfine. A questo si aggiunge il sentirsi parte di un team con il quale si possono sperimentare le dinamiche relazionali classiche di un gruppo proprio con le tecniche della psicologia dei gruppi, e con l’accompagnamento di una figura professionale dello psicologo che fa da supervisore e mental coach.” A proposito di progetti all’orizzonte: oltre alla vela lei considera anche la moto uno strumento terapeutico. All’orizzonte è possibile intravedere anche possibili eventi legati alla “cura” attraverso le due ruote? Magari da condividere alla sua scuderia di sempre, la Norelli? “Assolutamente. Come socio del direttivo del Moto Club Scuderia Norelli, da tempo stiamo affrontando riflessioni per aprire un progetto di mototerapia, perché anche andare in moto porta il soggetto a misurarsi con i propri limiti, aiutandolo a trovare la giusta “traiettoria” di vita. Mi sono reso disponibile a “studiare” questa possibilità puntando soprattutto sui giovani”.
Per tagliare da vincitori il traguardo spesso occorre partire da un “incidente” del passato
Giovani che figurano spesso nel ventaglio di persone, uomini e donne, che si rivolgono alla Mindfit Clinic, insieme a molti altri per i quali , a volte, proprio il sentire ormai molto lontana la gioventù crea più d’un problema psicologico. Ma di cosa “soffrono” le persone che si rivolgono a voi? E sono più uomini o donne? E a quali fasce d’età appartengono principalmente? “Non c’è un target preciso, o meglio, ognuno dei nostri specialistici si occupa di una fascia abbastanza precisa della popolazione, pertanto seguiamo l’area dell’infanzia-adolescenza, l’area dell’età adulta e l’età geriatrica. Il trattamento può essere sia individuale, di coppia o familiare. Ovviamente tutto ciò prevede una strutturazione differente delle terapie. Abbiamo notato che la richiesta di supporto psicologico è abbastanza equa tra sesso maschile e femminile, sicuramente non ci aspettavamo così tante persone che fanno parte di quella fascia della prima età adulta: 20/30 anni.
I giovani ? Spesso hanno solo bisogno di un aiuto per trovare la strada da seguire…
Si tratta di un’età molto delicata, dove talvolta le persone portano con sé vissuti di sofferenza del proprio passato soprattutto legati alla sfera familiare, che creano problemi nel momento in cui dovrebbe avvenire quel naturale distacco con l’età adulta, (la “individuazione-separazione” di Freud) le scelte di vita importanti, come gli studi da proseguire, il lavoro da intraprendere…sempre più spesso i giovani ci chiedono che direzione prendere e non si sentono ancora sufficientemente pronti ad affacciarsi al mondo adulto; non per mancanza di capacità, ma spesso per bassa autostima, timore di deludere i genitori, un mondo dove tutto va molto veloce così come le relazioni, creano internamente un senso di forte instabilità e insicurezza. Una cosa senza dubbio positiva è la fiducia ormai sdoganata in queste generazioni nel chiedere aiuto e nel mettersi in discussione”. Il “caso risolto” di cui va più fiero? “Non sarebbe corretto fare una classifica dei casi di cui vado più orgoglioso, poiché ogni mio paziente è unico e irripetibile, e sono orgoglioso di tutti: ciascuno possiede delle risorse – chi più, chi meno, dipende da molti fattori- la cosa davvero importante è far in modo che queste potenzialità emergano e aiutino la persona a rivedersi con stima e fiducia in sè. Sono soddisfatto del mio lavoro quando un paziente mi riporta di esser finalmente riuscito a dare una direzione alla propria vita, mi riporta i suoi successi, i cambiamenti importanti, dice che le relazioni con la sua famiglia si sono distese ed è più sereno, è in grado di accettare che le cose non sono andate come avrebbe voluto ma può andare oltre. Queste sono le cose che mi rendono fiero.
… senza influenzare le sue scelte di vita ma solo facendogli “un pieno di fiducia”
Fa piacere quando i pazienti ti citano sulla tesi di laurea quando hai assistito a tutto il loro percorso, oppure quando una mamma entra nello studio con il suo bambino quando tempo addietro c’erano remore, paure, difficoltà anche nel concepimento. In definitiva però il mio lavoro è trasparente e neutro: devo saper infondere quella fiducia del paziente verso sé stesso senza influenzare le sue personalissime scelte di vita, pertanto il ruolo principale lo gioca sempre il paziente che mi aiuta a sostenerlo (oltre alle variabili esterne su cui nessuno di noi può avere il controllo). Una fiducia che spessissimo vanno cercando anche non solo “persone normali” ma anche campioni dello sport che già “praticano questa terapia vecchia di 2000 anni….” Eppure ci sono anche veri e propri fenomeni in moltissime diverse discipline che ricorrono a quello che oggi viene comunemente chiamato “mental coach”, una figura diventata “protagonista” in Italia solo recentemente dopo che Marcel Jacobs ha svelato di aver vinto l’oro olimpico anche grazie a questa figura del preparatore mentale. Una figura professionale che ha oltre 60 anni di storia….ma che in Italia è ancora poco utilizzata, un ruolo che anche a Massimo Masserini è capitato di “recitare” “da psicologo dello sport e in quanto tale da mental coach” come tiene a precisare concludendo la chiacchierata, “ preparato da anni di studi universitari e specialistici, focalizzato nel trattare la prestazione dell’atleta sia dal punto di vista emotivo-prestativo, sia dal punto di vista della sfera privata .