Ilaria Magoni, la pilota d’enduro pronta a indicare (ai piloti maschi, ai moto club…) la strada per avvicinare sempre più donne alle due ruote
Per il suo futuro sogna un lavoro a contatto con la natura e gli animali: un “mondo…
Per il suo futuro sogna un lavoro a contatto con la natura e gli animali: un “mondo verde” (e i suoi abitanti) che per Ilaria Magoni, studentessa universitaria del corso di laurea in scienze delle produzioni animali all’università la statale di Milano, potrebbero diventare familiari però anche lontano dal lavoro, nei week end e nelle vacanze. Percorrendo sentieri di montagna in sella a una moto. Già, perché nel suo futuro Ilaria Magoni, che invitata a raccontarsi si è definita una ragazza semplice che adora fare qualsiasi sport, a iniziare dal judo che pratica da quando aveva cinque anni, camminare in montagna, arrampicare, fare ferrate e sciare e qualsiasi altra attività ”che richieda fatica”, non ha avuto nessuna indicazione nell’indicare, come sua passione più grande, la moto, l’enduro. Un mondo “scoperto” nel 2020 “grazie a papà Danilo che sin da piccola ha sempre portato l’intera famiglia a vedere vari tipi di gare riguardanti i motori”, come racconta seduta in sella alla sua Ktm compagna di mille emozioni, e dal quale è rimasta sempre più affascinata fino a realizzare il sogno di salire in sella. “Un sogno cullato fin da quando avevo 12 anni quando ho iniziato a volere la prima moto per la quale ho però dovuto attendere, perché purtroppo – o per fortuna – la mia famiglia mi ha da sempre insegnato a lavorare sodo per raggiungere i propri obiettivi” racconta sempre la giovane pilota di Bergamo, che su quella moto, acquistata grazie ai lavoretti fatti per guadagnare un po’ di soldi, ha fatto le sue prime esperienze in moto prima di “mettersi alla prova”. Cosa avvenuta due anni fa partecipando alle prime gare di enduro. O, come dice lei, “ iniziando a costruire il proprio percorso in questo fantastico sport”. Sperando di veder realizzarsi un altro sogno: quello di vedere sempre più donne pilota, magari grazie alla “spinta” dei tanti colleghi maschi ben più grandi ed esperti di lei “che potrebbero fare da insegnanti”, all’appoggio dei Motoclub che potrebbe ideare nuove iniziativi per avvicinare sempre più il mondo femminile alle due ruote. “Trovarle non sarebbe troppo difficile”, racconta Ilaria. “Basta guardarsi attorno per avere la conferma che negli ultimi anni è sempre più aumentato il numero delle ragazze appassionate di moto, che spesso però non hanno l’opportunità di “provare”. Eppure sarebbe fantastico poterle avvicinare al mondo delle due ruote. Come? Per esempio creando eventi, meeting e lezioni dedicate a gruppi femminili su territorio regionale o, meglio ancora, provinciale, un po’ come fa già la commissione enduro femminile della Fmi, le Federazione motociclistica italiana. E poi si potrebbe creare, magari a livello regionale, delle dirette video su canali YouTube: così si riuscirebbe a stimolare l’interesse di un gruppo più ampio e magari incuriosire tante nuove neofite. Dando questo tipo di sostegno credo che molte ragazze appassionate riuscirebbero a lanciarsi in questo mondo. Personalmente sento che a volte manca supporto alle poche donne che già fanno questo tipo di sport. Senza dimenticare poi il ruolo fondamentale che potrebbero “recitare” i motoclub che potrebbero mettere a disposizione qualche pilota esperto per far “provare” le due ruote a delle ragazze: io ho diverse amiche che spesso mi dicono “una volta sarei curiosa di provare”, e credo che avendo le giuste possibilità proverebbero davvero. Il fatto di avere a disposizione un esperto del settore le metterebbe da subito a loro agio. E un’esperienza di questo tipo potrebbe anche convincere molti genitori dubbiosi sulla passione, e magari preoccupati per la loro sicurezza. Il fatto di avere degli insegnanti “professionisti” potrebbe essere molto rassicurante. Sarebbe bello avere dei Motoclub che ci supportano così”. Sicurezza: un tema particolarmente “caldo” in famiglia quando si parla della possibilità di salire in sella…. E non certo solo delle moto da enduro, ma anche su un semplice scooter…. “Creare corsi di guida sicura , magari perché no anche “in rosa”, creando così sicuramente curiosità, potrebbe essere di utile supporto per molte donne. Io in futuro, una volta diventata più esperta, non avrei certo problemi a dare la disponibilità per fare da istruttrice, per mostrare alle neofite che nulla è così difficile come sembra all’inizio e soprattutto per aiutarle a diventare in sella più consapevoli, più sicure. Cosa che ho sperimentato sulla mia pelle, accorgendomi con il passare del tempo, con i chilometri percorsi alla guida, di sviluppare sempre più equilibrio, in particolare sui terreni scivolosi, con la nettissima percezione di sentire i riflessi più pronti, più rapidi. Fattore quest’ultimo di straordinaria importanza bon solo su un sentiero, ma nel traffico cittadino di ogni giorno dove io per esempio mi accorgo di essere più reattiva di tante altre amiche. E questo proprio grazie ai segreti della guida che mi sono stati svelati da questo sport che mi ha insegnato a coordinare i movimenti di tutto il corpo, mettendomi sempre più in condizione d’essere io a controllare la moto in più situazioni possibili, anche di potenziale pericolo. Come posso dire: avere ottimi insegnanti e fare tanta “palestra” fa diventare piloti più “attivi” e meno “passivi”, più pronti ad affrontare e superare possibili situazioni critiche in sella. Senza contare poi il benessere fisico, e posso assicurare che aver buone condizioni fisiche migliora notevolmente anche la guida”. E senza dimenticare l’aspetto psicologico…. “A livello “di testa” ho notato grossi miglioramenti per esempio nel far tramutare l’ansia pre gara in adrenalina positiva: andare in moto aiuta molto a concentrarsi e mantenere alta l’attenzione. Io sono una ragazza introversa e spesso insicura, ma quando salgo in moto sento una bellissima connessione: è come se potessi finalmente togliere le mie insicurezze. E lo devo in gran parte proprio a questo fantastico sport che mi ha davvero insegnato tanto; in primis ad avere piccoli obiettivi da raggiungere di volta in volta, a essere tenace e a cercare sempre di migliorare guardando dai più esperti. Mi ha insegnato che ostacoli che ai nostri occhi sembrano essere impossibili, dopo esser caduti un po’ di volte, possono diventare fattibili e questo è l’insegnamento più profondo. Forse non si può spiegare bene, posso solo dire che mi sento me stessa e sono felice quando faccio enduro”. Una sensazione che Ilaria Magoni vorrebbe potessero provare tante altre ragazze, donne, grazie a un mondo capace di aprire nuove strade per “colorare” sempre di più rosa il mondo delle moto. Magari “mettendo in luce i successi sportivi delle big delle due ruote. Purtroppo questo non viene quasi mai fatto. È un vero peccato che di questo sport se ne parli così poco sia a livello maschile sia, soprattutto, femminile”.