Colle Aperto, “in sella” a quella panchina si compie un fantastico viaggio nel tempo
Ci sono panchine che potrebbero raccontare migliaia di storie: racconti di amicizie nate scambiando magari casualmente due…
Ci sono panchine che potrebbero raccontare migliaia di storie: racconti di amicizie nate scambiando magari casualmente due chiacchiere, o addirittura di amori, di mani che si sono intrecciate, di promesse, di baci, ma anche di scherzi, di lacrime versate nell’attesa di una persona mai arrivata all’appuntamento… In Città Alta, a pochi passi dalla “Marianna” c’è una panchina che racconta una storia particolarissima: quella della nascita della Scuderia Fulvio Norelli, dove l’associazione è “partita” nel 1967 grazie a un gruppo di amici uniti dalla comune passione per le due ruote, per l’enduro. Una storia d’amore, di passione, di amicizia condivisa seduti proprio su quella panchina, a parlare di motori e sospensioni, carburatori e serbatoi, di piloti (spesso propri idoli) e di gare fino a condividere un fantastico progetto: creare una scuderia, destinata a essere intitolata a un amico, compagno di tante “uscite” in moto, scomparso troppo presto. Una panchina che ogni anno, da allora, ogni anno fa da richiamo irresistibile per i soci e gli amici della Norelli che, la domenica di gennaio “più vicina” alla data della costituzione dell’associazione si danno appuntamento alla Marianna per tornare a sedersi per un po’ su quella panca dai colori giallo-nero, quelli della scuderia. Un appuntamento che per il 2024 è stato fissato per domenica 14 gennaio a partire dalle 10,30 con l’invito a tutti i piloti, soci, amici a “rivedersi e scambiare due chiacchiere tra amici”, come spiega Enzo Paris, uno dei fondatori della Norelli, sottolineando come “quella panchina non rappresenti per moltissimi appassionati di due ruote “solo un oggetto di legno e metallo”, ma una sorta di veicolo capace di far viaggiare a ritroso nel tempo fra mille ricordi, emozioni. Una panchina sulla quale in molti hanno fatto sedere il proprio cuore e dalla quale è possibile vedere oltre”. Rileggendo e rivivendo, per esempio, le tantissime pagine che in 57 anni hanno scritto la storia di una scuderie che è sempre stata molto più che un’associazione, diventando spesso una vera e propria famiglia. “Una panchina sulla quale in tanto hanno scritto un’importante capitolo del romanzo della propria vita”, conclude Enzo Paris invitando chiunque si trovasse a passare da Colle Aperto a leggere le poche parole incise sul legno: “Per tutti i ragazzi che hanno amato questi legni, dalla Scuderia Norelli che l’ha avuta come culla”. Una frase che, avverte sempre Enzo Paris, “non significa affatto che quella panchina sia proprietà esclusiva della Norelli, visto che è stato il punto di ritrovo di intere generazioni di ragazzi. Ma sicuramente per la grande famiglia Norelli ha un significato straordinario e unico. Perché se è vero che sedersi in moto per molti piloti è l’emozione più grande, è altrettanto certo che anche accomodarsi su quella panchina fa compiere viaggi bellissimi nel tempo, nell’amicizia, nell’amore per la moto”.
Come direbbe qualcuno che è nella foto….la Norelli è come l’Atalanta…la puoi solo amare….