Revival della vecchia “Valli bergamasche”: storia di un atto d’amore capace perfino di fermare il tempo
Ormai sta diventando una “classica”: che si tratti di “vecchi amici” o di “vecchie glorie” o di…
Ormai sta diventando una “classica”: che si tratti di “vecchi amici” o di “vecchie glorie” o di “memorial”, non ha più importanza. La Sezione “Norelli” del M.C. Bergamo, anche quest’anno chiama tutti coloro che furono protagonisti di tante battaglie sportive e, nel ricordo e nel nome di quelli che non ci sono più, a cominciare da Reguzzi, li fa nuovamente competere sulle stesse strade di allora, con le moto di allora, con le regole di allora. E’ un grande atto d’amore. Perché lo sport è amore: amore per i propri colori, amore per la disciplina cui ci si dedica, amore per gli avversari onesti e veramente sportivi. E’ un atto d’amore che il cuore grande della “Norelli” ripete ancora e lancia il suo messaggio attraverso l’Europa: già l’anno scorso qualcuno ha risposto, perfino dalla Polonia. Quest’anno speriamo che il richiamo di Bergamo e delle sue Valli sia ancora forte e gli stranieri, protagonisti quasi incontrastati dei tempi di allora, ritornino con noi, rivivano con noi gli episodi di ieri, ma non in una di quelle classiche “rimpatriate” tipo “ex alunni” che lasciano solo tristezza in chi vi partecipa, ma veramente ritrovino lo spirito goliardico degli anni passati e sentano tutti, in moto o sulle strade, che il tempo (che in verità fugge veloce) non è passato. Lo sport può far vero il sogno di Faust, arrestare l’attimo fuggente e riviverlo nella sua realtà. E’ un miracolo che forse solo nello spirito sportivo può dissimulare qualche chilogrammo in più o far rivedere biondo o nero un capello già grigio. Nello spirito del “revival” della Norelli non c’è posto per i… “ti ricordi?”, no, non c’è posto, c’è posto solo per un nuovo numero di gara, una nuova tabella di marcia, una vecchia mulattiera sassosa e un controllo orario “tirato”. C’è posto per una favola che deve parere storia vera, deve parere cronaca di oggi. L’impegno non è mutato e al richiamo dello starter pronti e attenti: il motore deve partire subito perciò molta attenzione nel “cicchettare”, non fare errori nella carburazione, occhio alla temperatura e all’umidità dell’aria! E poi via verso il primo C.O., verso la “speciale”, verso il traguardo finale. Tutti, ma proprio tutti, devono ritrovarsi alla fine della prova; anche chi non ha avuto fortuna dalla sua o chi il destino ha tolto di gara anzitempo. Essi, che materialmente non sono con noi, sono certamente tutti lassù, su quella maligna scaletta scivolosa, a dare una spintarella ai loro amici-avversari, una spintarella, questa volta, uguale per tutti. Tanto nessuno li vede e anche il “marshal” (ma sì, aiutiamo anche lui) vede tutti bravi, tutti onesti, tutti sportivi. Oggi, alla “Valli” di ieri, non si fanno “tagliandi”! Questa del “revival” della vecchia “Valli” è un’idea veramente grande: so che è nelle intenzioni dei suoi creatori di ampliare questo discorso nel modo più capillare per riuscire ad ottenere una risposta, anche sul piano organizzativo, da parte di Club stranieri. Il sogno è quello di arrivare, prima o poi, ad avere una serie di queste competizioni, ogni anno, allo scopo di creare, in seno alla Federazione Internazionale, un vero e proprio campionato europeo ufficialmente riconosciuto. E’ un’impresa molto difficile, forse disperata; ma che cosa era la “Valli” al suo nascere? E oggi non è forse la più nota competizione “regolaristica” del mondo? E allora?
Mario Tremaglia Dall’opuscolo per il “5° Trofeo Gino Reguzzi – Valli Bergamasche Revival” Serina – 17 e 18 settembre 1988